NATALE
Giuseppe Ungaretti

TESTO
  1.  Non ho voglia
  2. di tuffarmi
  3. in un gomitolo
  4. di strade
  5. Ho tanta
  6. stanchezza
  7. sulle spalle
  8. Lasciatemi così
  9. come una
  10. cosa
  11. posata
  12. in un
  13. angolo
  14. e dimenticata
  15. Qui
  16. non si sente
  17. altro
  18. che il caldo buono
  19. Sto
  20. con le quattro
  21. capriole
  22. di fumo
  23. del focolare
PARAFRASI

Non ho voglia camminare in un intrico di strade (gomitolo di strade – nel groviglio delle vie cittadine affollate -  il gomitolo di strade richiama alla mente il caos della trincea).

Sono molto stanco (quella che prova il poeta non è soltanto la stanchezza del soldato tornato dal fronte ma è soprattutto la fatica di vivere dopo l’esperienza sconvolgente della guerra).

Voglio essere lasciato solo così come un oggetto (una cosa – inanimato, senza più coscienza di esistere, il poeta desidera perdere, almeno temporaneamente, la coscienza del dolore) dimenticato in un angolo (l’immagine della “cosa posata e dimenticata” è riconducibile ai compagni massacrati e abbandonati sui campi di battaglia).

Qui (è in contrapposizione con il della prima linea)non si sente altro che il caldo amico/consolatore (buono – “il caldo buono" l'utilizzo di questo aggettivo serve a contrapporre il caldo rassicurante e confortevole del focolare al freddo crudele e nemico delle trincee).

Rimango vicino al calore del camino con le quattro giravolte (capriole) fatte dal fumo (osservare i giochi della fiamma nel camino può finalmente essere occasione di un attimo di pace preziosa).


Analisi e commento:

Dalla lettura si capisce subito che si tratta di un Natale di guerra. Infatti questa poesia è stata composta nel Natale del 1916, durante una licenza che Ungaretti trascorse a Napoli in casa di amici. La lirica è dominata dal sentimento di sofferenza e infinita stanchezza di Ungaretti, scosso dalle sue esperienze di guerra. Il pensiero della guerra lo accompagna in città. E’ impossibile riprendere la vita quotidiana dopo aver subito l’esperienza della trincea. Il poeta è stanco e chiede di essere lasciato solo, dimenticato, ad osservare la fiamma nel camino cercando di liberarsi dell’immensa stanchezza della vita. La poesia fa parte della raccolta L'Allegria di Naufragi del 1919, diventata nel 1931 L'Allegria, diario di carattere autobiografico che costruisce, attraverso l'esperienza della guerra, una biografia interiore.

Metrica:

Versi liberi, non c'è schema. Il ritmo spezzato si armonizza con il contenuto ed il poeta frantuma i versi per dare l’impressione di un singhiozzo. Questo ritmo, infatti, crea tristezza e sconcerto nel lettore.