MATTINA
Giuseppe Ungaretti

TESTO
  1. M'illumino
  2. d'immenso

Santa Maria La Longa il 26 gennaio 1917

PARAFRASI

Il poeta dichiara l’improvvisa illuminazione, uno stato d’animo quasi mistico che lo mette in contatto con l’assoluto. (m’illumino d’immensosinestesia – l’individualità del poeta si associa all’immenso)


Analisi e commento:

Famosissima poesia di Ungaretti, esemplare per brevità (due soli versi) e icasticità. E' forse la lirica più breve ma anche tra le più famose del Novecento. Fu pubblicata nella raccolta l’Allegria, nella terza sezione Naufragi. Inizialmente venne pubblicata con il titolo: Cielo e mare. Il cambiamento del titolo in un momento della giornata, e non più in elementi concreti del paesaggio, ha contribuito ad accentuare l’astrattezza della poesia.
La "primissima" stesura era contenuta in una cartolina inviata a Papini che recitava: “M'illumino / d’immenso / con un breve / moto / di sguardo", poi ricondotta alla sola sinestesia.
La riduzione all’osso del testo non è un segno di incompletezza o di scarsa elaborazione ma al contrario, cogliendo l’essenza dell’avvenimento, di pienezza.

Metrica:

Due ternari senza rima. Dal punto di vista formale il testo rivela una attenta ricerca di musicalità. Il verso è formato da sillabe musicali che lette di seguito formano un perfetto settenario ed i suoni ripetuti (mi im; min men) creano una serie di echi.