COMMIATO
Giuseppe Ungaretti

TESTO
  1. Gentile
  2. Ettore Serra
  3. poesia
  4. è il mondo l’umanità
  5. la propria vita
  6. fioriti dalla parola
  7. la limpida meraviglia
  8. di un delirante fermento
  9. Quando trovo
  10. in questo mio silenzio
  11. una parola
  12. scavata è nella mia vita
  13. come un abisso
PARAFRASI

Ettore Serra: è un ufficiale conosciuto al fronte, che diventa amico di Ungaretti e che patrocina, nel 1916, la pubblicazione de "Il Porto Sepolto". Scriverà il poeta, vent’anni dopo: "Parlare di Ettore Serra è un po’ parlare di me".
Fioriti dalla parola: la "parola" fa sbocciare,/fiorire la vita.
limpida meraviglia: chiaro stupore.
Delirante fermento: inquietudine interiore,. Letteralmente un fermento è una sostanza organica prodotta da cellule viventi, capace di provocare reazioni chimiche di fermentazione; il poeta intende dire che la poesia è il prodotto di un processo a catena, che esprime l’inquietudine di chi delira, vaneggia.
Scavata è nella mia vita: l’esperienza poetica è un lavoro di scavo dentro se stessi.


Analisi e commento:

La poesia Commiato, del 1916, chiude la prima raccolta di poesie di Giuseppe Ungaretti, Il porto sepolto. Il destinatario del Commiato è Ettore Sella, l’amico che, a proprie spese, stampa in 80 esemplari 32 poesie di Ungaretti, tutte scritte al fronte, con indicazione cronologica, come se fosse una sorta di "diario lirico" dell’esperienza.
La lirica è una dichiarazione di poetica in cui la poesia è strettamente intrecciata con la vita, egli la definisce infatti come espressione dell’esistenza nel caotico fermento della vita (delirante fermento), che nasce dal faticoso scavare del poeta alla ricerca del prezioso tesoro della parola penetrando, come afferma lo stesso Ungaretti, "nel buio abissale di sé".
Prima strofa: Il poeta la dedica all’amico Ettore Serra. E’ significativo, perché il concetto di poesia appare strettamente connesso con l’amicizia, con la sfera degli affetti. Implicitamente il valore della poesia consiste, per Ungaretti, nell´"umanità".
Seconda strofa: da una definizione della poesia, in generale, Ungaretti passa ad una presentazione della "sua" poesia percepita come una scoperta, dopo una ricerca sofferta e faticosa, nell’oscuro mistero dell’essere. L’uso dei pronomi possessivi è emblematico: "mio silenzio", "mia vita". Anche la "parola" diventa "una parola" e non a caso, occupa il verso centrale della strofa (v.11).

Metrica:

La lirica è costituita da versi liberi raggruppati in due strofe. Manca la punteggiatura.