GIORNO PER GIORNO
Giuseppe Ungaretti

TESTO

1.
"Nessuno, mamma, ha mai sofferto tanto..."
E il volto già scomparso
Ma gli occhi ancora vivi
Dal guanciale volgeva alla finestra,
E riempivano passeri la stanza
Verso le briciole dal babbo sparse
Per distrarre il suo bimbo...

2.
Ora potrò baciare solo in sogno
Le fiduciose mani...
E discorro, lavoro,
Sono appena mutato, temo, fumo...
Come si può ch'io regga a tanta notte?...

3.
Mi porteranno gli anni
Chissà quali altri orrori,
Ma ti sentivo accanto,
M'avresti consolato...

4.
Mai, non saprete mai come m'illumina
L'ombra che mi si pone a lato, timida,
Quando non spero più
...

5.
Ora dov’è, dov’è l’ingenua voce
Che in corsa risuonando per le stanze
Sollevava dai crucci un uomo stanco?
La terra l’ha disfatta, la protegge
Un passato di favola

6.
Ogni altra voce è un’eco che si spegne
Ora che una mi chiama
Dalle vette immortali….

7.
In cielo cerco il tuo felice volto,
Ed i miei occhi in me null'altro vedano
Quando anch'essi vorrà chiudere Iddio...

8.
E t'amo, t'amo, ed è continuo schianto!...

10.
Sono tornato ai colli, ai pini amati
E del ritmo dell'aria il patrio accento
Che non riudrò con te,
Mi spezza ad ogni soffio..

13.
Non più furori reca a me l'estate,
Né primavera i suoi presentimenti;
Puoi declinare, autunno,
Con le tue stolte glorie:
Per uno spoglio desiderio, inverno
Distende la stagione più clemente!...

PARAFRASI

Nessuno…tanto: riproduce le parole del bambino malato.
Il primo frammento mostra il bambino sofferente (con il viso già scomparso: perché ormai segnato dalla morte); il padre cerca di consolarlo distraendolo (per distrarre il suo bimbo).

Nel secondo frammento il bimbo è morto ed il poeta trasmette il senso di perdita con la consapevolezza che ora solo in sogno potrà baciare le mani piene di fiducia nei confronti della vita (fiduciose) del bimbo.
Ma la vita riprende, il poeta discorre, lavora, si veste (mutato: d’abito. Va cercato il significato psicologico e non quello reale), prova dei sentimenti (temo), fuma…e si domanda: come è possibile (come si può) sopportare un dolore così grande (tanta notte = metafora per buio interiore).

Nel frammento 3 vi è il rimpianto del poeta per ciò che avrebbe potuto essere.

Nei momenti in cui il poeta ha abbandonato ogni speranza (quando non spero più) immagina che gli si ripresenti l’ombra  del piccolo (l’ombra…) per provare conforto (come mi illumina).

Nella strofa 5 il poeta ricorda i momenti in cui il bimbo era in salute e correva per le stanze ed era per il padre motivo di consolazione. Questo passato assume adesso agli occhi del poeta un alone di favola (passato di favola) che custodisce (la protegge) il ricordo della voce innocente del bambino mentre il suo corpo si disfa nella terra (la terra l’ha disfatta).

una: la voce del figlio, vivissima nel ricordo del poeta.
dalle vette immortali: dall’eternità.

I frammenti 7 e 8 esprimono tutto lo strazio del poeta, uno strazio che lo accompagnerà per tutta la vita

 ed è continuo schianto!: il poeta esprime tutta la disperazione.

Il poeta afferma di essere tornato nella sua Roma (colli…amati: i colli e i pini di Roma), dove anche l’aria ha un ritmo conosciuto (del…accento: il suono famigliare dell’aria) che non potrà mai più condividere con il figlio; ed anche questo gli provoca un dolore che lo trafigge ad ogni respiro.

Segnato ferocemente da questa perdita il poeta non avverte più la vitalità (furori: l’estate è tradizionalmente associata all’eros) dell’estate, né i presentimenti (dell’estate) della primavera, né le manifestazioni (colori, frutti) inutili (stolte) dell’autunno: (Per…clemente) solo l’inverno, la stagione più triste, è in corrispondenza con lo stato d’animo del poeta che vive per un desiderio irrealizzabile (spoglio).


Analisi e commento:

Sono alcune delle brevi “strofe” che compongono il “poemetto” dedicato da Ungaretti alla memoria del figlio Antonietto, morto in Brasile a soli nove anni, per una appendicite mal curata.
Riproducono vari momenti della rappresentazione del dolore del poeta, dalla disperazione (v.13), al ricordo (vv.1/7), alla sofferenza per la lontananza. Sono frammenti che costituiscono un testo unitario con una linea di sviluppo complessiva che va dalla rievocazione di alcune parole pronunciate dal bimbo già gravemente ammalato, del frammento iniziale, alla strofa conclusiva (la numero 17) che vede lo spirito del figlio pronunciare parole di consolazione per il padre.
Fa parte della terza raccolta del poeta, Il dolore.

Metrica:

Endecasillabi e settenari privi di rime.