IL TUONO
Giovanni Pascoli

TESTO
  1. E nella notte nera come il nulla,
  2. a un tratto, col fragor d'arduo dirupo
  3. che frana, il tuono rimbombò di schianto:
  4. rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,
  5. e tacque, e poi rimareggiò rinfranto,
  6. e poi vanì. Soave allora un canto
  7. s'udì, di madre, e il moto d'una culla.
PARAFRASI

nera come il nulla:  è una similitudine che paragona il colore nero con l’assenza e il vuoto; E nella notte nera come il nulla - l'allitterazione dei suoni nasali e gravi trasmette il senso di cupa angoscia e di oscurità che precede il momento del fragore improvviso del tuono.
arduo = ripido, scosceso.
rimbombò, rimbalzò, rotolò: sinestesia, vi è l'associazione della percezione uditiva a quella visiva. Dà un ritmo incalzante e veloce.
rimareggiò = tornò a farsi sentire con il rumore delle onde del mare che si rifrangono. Con il progressivo attenuarsi del fragore anche il ritmo si fa più lento e scandito dalla ripetizione della congiunzione e.
Vanì = svanì


Analisi e commento:

Questa lirica fa parte della quinta edizione di Myricae e appartiene alla sezione “Tristezza”.
Pascoli in questa poesia, vuole descrivere il tuono che, con alto fragore, rintrona nella notte scatenandosi in tutta la sua violenza terribile. L’essere umano all’udire questa forza possente della natura, s’impaurisce come il bimbo che piange spaventato nella notte buia (il nero della notte è simile al nulla; dove il nulla è simbolo di morte).
In chiusura, tipicamente pascoliane, le figure della madre e della culla (simbolo di nascita, vita) si contrappongono all’immagine minacciosa della natura: ma la presenza di questi due riferimenti consolatori, simboli di protezione e innocenza (madre e culla), più che introdurre una nota di speranza sembra voler sottolineare la tragicità dell’esistenza nell’associazione determinata dalla rima “nulla:culla".
Si può dire che questa poesia sia il proseguimento di quella intitolata Il lampo (facente parte della triade Temporale, Il lampo e Il tuono) ed infatti inizia con le stesse parole che chiudevano Il lampo: “nella notte nera”. Presenta inoltre altri elementi in comune come l’identica struttura metrica e l’identico schema delle rime.
Entrambe le liriche sono costruite su un accostamento di sensazioni: nel Il tuono prevalgono le sensazioni uditive, mentre nel Il lampo vi sono quelle visive. La rappresentazione di un fenomeno naturale e la descrizione di un paesaggio costituiscono il tramite per far emergere i sentimenti del poeta.

Metrica:

Ballata piccola di 7 versi endecasillabi, con schema A BCBCCA.
La poesia si apre con un verso isolato (come per Il lampo), introdotto dalla congiunzione e che sembra quindi voler proseguire un discorso, una riflessione.
Numerose le onomatopee che unitamente alla ripetizione della consonante r (allitterazione) efficacemente riproducono il fragore del tuono. Altre allitterazioni sono presenti in buona parte del testo (della n al v.1; di r, u, o ai vv. 2,3,4,5). Negli ultimi due versi il ritmo si fa più lento e cadenzato rendendo l’impressione dell’acquietarsi dell’atmosfera.