GIOVANNI PASCOLI
(1855-1912)



VITA

Giovanni Pascoli nasce a San Mauro di Romagna il 31 dicembre 1855.
Suo padre lavorava come amministratore nella tenuta La Torre dei principi Torlonia, luogo in cui viveva tutta la famiglia.
Nel 1867, il 10 agosto, l’assassinio del padre, di cui non si è mai saputo, nonostante le ripetute indagini, se per ragioni di natura politica o per questioni legate al lavoro, interruppe bruscamente un’infanzia nel complesso serena .
L’evento trasformò la vita dell’intera famiglia, che fu costretta lasciare la tenuta ed a trasferirsi nella casa della madre: la donna morirà però dopo pochi mesi nel 1868, poco dopo la scomparsa della figlia maggiore (in precedenza erano già morte altre due figlie).
Nel 1871 morirà anche il fratello Luigi, per meningite, e Giovanni dovette lasciare il collegio Raffaello dei padri Scolopi di Urbino, presso il quale nel 1862 aveva iniziato la propria carriera scolastica.
Nel 1873 ottenne una borsa di studio di 600 lire, che gli permise d’iscriversi alla facoltà di lettere dell’Università di Bologna, dove divenne allievo di Carducci.
Nel 1876 fu costretto a lasciare l’università dopo aver perso la borsa; incominciò a frequentare l’ambiente socialista bolognese, che lo portò ad aderire alla Prima Internazionale dei Lavoratori, e, dopo il suo scioglimento, a un gruppo clandestino che ne continuò il progetto politico.
Intanto iniziò a pubblicare testi poetici su riviste.
Nel 1879 fu segnato da una piccola esperienza carceraria, fu infatti arrestato durante le agitazioni seguite alla condanna di un gruppo di militaristi sostenitori dell’anarchico Passamante, che aveva attentato alla vita di Umberto I. Fu accusato di oltraggio e grida sovversive, ma venne poi assolto, grazie alla testimonianza del maestro Carducci.
Sollecitato da Carducci decise di riprendere gli studi e nel 1882 si laureò con una tesi sul poeta greco Alceo.
Iniziò il lavoro d’insegnante e in seguito la carriera universitaria.
Aveva chiamato a vivere con sé le due sorelle Ida e Mariù da poco uscite dal convento, in cui erano entrate nel 1874 come educande.
Nel 1895 Ida si sposò e con la sorella Mariù si trasferì a Castelvecchio di Barga, e con lei vivrà fino alla morte.
Nel 1891 pubblicò la sua prima raccolta poetica Myricae.
Nel novembre 1911, durante la campagna di Libia, pronunciò al teatro Barga un appassionato discorso, d’impronta nazionalistica, imperialista e populista.
Il 6 aprile 1912 morì a Bologna, dove era stato trasferito su indicazione dei medici per l’aggravarsi della malattia che l’aveva colpito.
Viene sepolto a Castelvecchio.



OPERE

Pascoli è un allievo di Carducci particolarmente bravo.
Pascoli è un personaggio del Decadentismo (la figura dominante è quella del poeta, è il veggente, colui che si lascia colpire dalla realtà, come un fanciullo): non pensa a voler documentare la realtà.
Pascoli rappresenta la poesia di chi si racchiude nel suo io e la poesia nasce dallo sguardo di fanciullo che c’è dentro ognuno di noi.
La sua produzione va divisa in 2 parti:

  • produzione latina
  • produzione italiana.

MYRICAE

Il titolo

Il titolo viene ricavato da un verso della quarta egloga di Virgilio (“arbusta iuvant humilesque myricae: piacciono gli arbusti e le umili tamerici) ed è carico di valori:

  • valore simbolico = vuole rappresentare gli aspetti più semplici, propri dell’umile mondo bucolico
  • valore affettivo = le tamerici abbondano nella natia San Mauro ed il poeta parlerà delle proprie poesie come di  tamerici (anche nella prefazione ai “canti di Castelvecchio”, opera che va letta in continuità con Myricae) e si augura che fioriscano intorno alla tomba della madre.

Edizioni

La storia della raccolta è lunga e complessa ed ha visto dal 1891 al 1900 ha visto ben 5 edizioni, che si sono differenziate per il progressivo inserimento di nuovi componimenti, il cambiamento dell’ordine dei testi e una serie di varianti testuali:

  • prima edizione = esce a Livorno da Giusti nel 1891, in 100 copie e raccoglie solo 22 poesie già edite in rivista.
  • seconda edizione = esce nel 1892; composta da 72 componimenti. E ‘ articolata in 2 sezioni:
    • sonetti incentrati sul tema della famiglia e dell’infanzia.
    • Madrigali, d’argomento agreste.
  • terza edizione = esce nel 1894, presenta una nuova e definitiva prefazione. I testi sono 116, divisi in 12 sezioni.
  • quarta edizione = esce nel 1897; è composta da 152 componimenti, divisi in 15 sezioni.
  • quinta edizione = esce nel 1900; conta 156 testi, articolati in 15 sezioni, intervallate da “liriche ponte” e precedute dal poemetto iniziale  “Il giorno dei morti”.

I temi

La raccolta è attraversata da un vasto repertorio di immagini e situazioni che appartengono alla biografia del poeta e al mondo della campagna. Nella rappresentazione dei quadri naturali il poeta si concentra su un particolare minimo in cui è possibile riconoscere il tutto, il macrocosmo si riflette nel microcosmo, nell’umile oggetto della quotidianità si può incontrare il sublime.
Fra i temi più ricorrenti:

  • memoria volontaria – scorrere continuo tra passato e presente;
  • nido - simbolo di una sicurezza spesso minacciata;
  • la siepe – elemento che isola e protegge dal male, dal dolore e dall’intrusione di elementi ostili;
  • riflessione sulla poesia - unica forma di consolazione e rifugio;
  • i morti - spesso incontrati in situazioni oniriche e visionarie

La Morte  per Pascoli è un’esperienza che deve spingere a riflettere sulla bellezza della vita. Se quest’ultima appare segnata dall’esperienza della sofferenza è solo perché, a parere del poeta, l’uomo l’ha rovinata, mentre la natura, considerata “madre dolcissima”, in polemica con Leopardi, “sa quel che fa e ci vuole bene”.
I titoli che Pascoli dà alle poesie sono prevalentemente titoli con fine informativo attraverso i quali il poeta fornisce informazioni riguardanti il tema della poesia stessa. Si può notare anche l’uso non raro di titoli a scopo interpretativo, mediante i quali il Pascoli agevola al lettore la comprensione di ciò che la poesia vuole comunicare.
Evoca immagini attraverso il linguaggio e Contini afferma che Pascoli ha usato 3 tipi di linguaggi diversi:

  • linguaggio pre-grammaticale dato dalle onomatopee, di interiezioni degli animali e delle cose e non degli uomini.
  • linguaggio grammaticale, derivato dall’uso poetico comune;
  • linguaggio post-grammaticale dato da termini tecnici e da lingue speciali come l’italo-americano.

CANTI DI CASTELVECCHIO

Raccolti e pubblicati nel 1903, dedicati alla madre, riprendono i motivi del «Poemetti» e specialmente di «Myricae»: ricordi della tragedia familiare del poeta, descrizioni paesistiche, delicate, sottili impressioni della vita e della natura in un alone di calma luminosa e di contemplazione profonda delle piccole cose e delle piccole sensazioni quotidiane.
I temi sono:

  • campagna;
  • tema dei morti e dell’impossibilità di seppellirli;
  • tema del nido;
  • tema dei fiori.