I PROMESSI SPOSI: LA DESCRIZIONE DEI BRAVI



Personaggi letterari e storici

Il I capitolo del romanzo "I Promessi Sposi" inizia con l'ampia e dettagliata descrizione dell'ambiente paesano in cui si svolge la vicenda. L'avvio dei fatti e dell'intero meccanismo romanzesco emerge quando don Abbondio si imbatte in due sgherri, i Bravi, che intimoriscono il curato, con l'annuncio del divieto di celebrare il matrimonio tra i due protagonisti, Renzo e Lucia.
La tematica sociale della contrapposizione tra umili e potenti è già sottesa in queste prime pagine dell'opera ed anche il suo carattere di romanzo storico è già evidente, determinato dall'intreccio tra realtà, basata sullo sfondo storico (la Lombardia del XVII secolo), ricostruito fedelmente, e la fantasia della vicenda inventata.
I Bravi, oltre che personaggi letterari, sono anche personaggi storici in quanto realmente esistiti nel 1600 e Manzoni ne ricostruisce l’aspetto sulla base dei documenti e delle stampe dell’epoca. Sono scagnozzi al servizio dei potenti, cioè dei signorotti dell’epoca.
Manzoni oltre che nel I capitolo li citerà diverse volte nella sua opera, come soldataglia, al servizio di Don Rodrigo, capeggiati da Griso, o al servizio dell’Innominato, capeggiati da Nibbio.


Descrizione dei Bravi

Nel I capitolo, Manzoni descrive molto accuratamente questi personaggi, la descrizione serve non solo a delineare il ritratto somatico e le caratteristiche dei due delinquenti ma anche a rendere la forte tensione emotiva suscitata dal loro apparire, registrando di pari passo con la descrizione le reazioni psicologiche di Don Abbondio. Volti, abiti, armi e portamento sono dettagliati nei minimi particolari e attraverso la loro esposizione Manzoni vuol trasmettere anche la tracotanza di questi due personaggi.
Don Abbondio, mano a mano che procede la descrizione, analizza e decodifica i vari elementi del quadro fino a riuscire a capire di chi si tratta. Arriva finalmente alla conclusione che, indubbiamente, i due ribaldi non possono che essere dei Bravi, riconoscibili sulla base di precisi elementi distintivi: i capelli raccolti in una reticella verde intorno al capo, lunghi baffi arricciati e il ciuffo che ricade sulla fronte, sono inoltre armati di pistole e di spade.
La descrizione riproduce con esattezza i costumi del tempo. Il particolare del ciuffo è anch'esso significativo perchè costituiva all'epoca una sorta di simbolo della condizione di questi delinquenti al servizio dei signorotti.
I Bravi, in quanto intermediari dei potenti, assolvono il loro compito di intimidazione mentre Don Abbondio non assolve il suo compito di proteggere i deboli dai soprusi ed il suo carattere pavido emerge in quei "mille pensieri" che agitano la sua mente quando percepisce il pericolo di quell'incontro e in quel "che comanda" rivolto ai Bravi che rivela tutta la sua sudditanza.


Sequenze della descrizione

La descrizione procede secondo un criterio preciso, ordinato in blocchi successivi, ad ognuno dei quali corrisponde un periodo sintattico. I vari elementi descrittivi si giustappongono [la giustapposizione è l’accostamento di frasi senza collegarle, separandole con la punteggiatura e lasciando al lettore il compito di stabilire una relazione tra di loro] tra di essi fino ad arrivare a completare il ritratto di coloro che solo alla fine della descrizione vengono nominati: i Bravi. Si crea in tal modo un effetto di "suspense" che coinvolge il lettore che viene indotto a immedesimarsi in don Abbondio. La crescente disperazione di Don Abbondio è resa attraverso il ritmo dei periodi, la punteggiatura, le ripetizioni :"nessuno...nessuno...nessuno..."
Il narratore è una presenza costante che interviene nella vicenda, commentando con sottile ironia lo svolgersi dei fatti le tenendo e fila dello svolgersi degli eventi.