ARANO
Giovanni Pascoli

TESTO
  1. Al campo, dove roggio nel filare
  2. qualche pampano brilla, e dalle fratte
  3. sembra la nebbia mattinal fumare,
  4. arano: a lente grida, uno le lente
  5. vacche spinge; altri semina; un ribatte
  6. le porche con sua marra paziente;
  7. ché il passero saputo in cor già gode,
  8. e il tutto spia dai rami irti del moro;
  9. e il pettirosso: nelle siepi s’ode
  10. il suo sottil tintinno come d’oro.
PARAFRASI

Nel campo  dove qualche foglia di vite (pampano) ancora splende, con il suo color rosso fuoco (roggio) nei filari, e dai cespugli (fratte) sembra evaporare la nebbiolina del mattino, arano: lente grida ed un contadino (uno) spinge le lente (lente…lente – la ripetizione dell’aggettivo ha lo scopo di cadenzare il ritmo del verso, suggerendo il ritmo pacato del lavoro) vacche; un altro contadino (un) ribatte pazientemente con la zappa (marra pazienteipallage – l’aggettivo paziente viene riferito a marra anziché a contadino) le zolle di terra smosse dall’aratro (porche – strisce di terra tra due solchi) per coprire i semi; poiché (ché) il passero furbo (saputo – che sa il fatto suo) già in cuor suo si rallegra (gode - in previsione dei semi che rimasti scoperti andrà a beccare) e tutto controlla (spia) dai rami spogli (irti) del gelso (moro); ed anche il pettirosso (anche il pettirosso spia il lavoro dei contadini – ellissi, omissione del verbo reggente): nelle siepi si sente il suo delicato canto tintinnante come le monete d’oro (suo sottil tintinno come d’oro - onomatopea e similitudine: l’espressione vuole riprodurre il canto dell’usignolo ed inoltre paragona il cinguettio del pettirosso al suono che producono le monete d’oro battendo sul metallo).


Analisi e commento:

Arano fa parte della prima raccolta di liriche di Pascoli: Myricae.
La poesia rappresenta una scena di umile vita campestre in un paesaggio tipicamente autunnale: alcuni contadini lavorano all’aratura dei campi mentre il passero e il pettirosso ne spiano i gesti pregustando il momento in cui potranno beccare i semi sparsi rimasti sulla superficie del terreno.
Le tre strofe corrispondono a 3 diversi aspetti del quadretto campestre:

  • la prima strofa descrive il paesaggio autunnale (si intuisce l’autunno dal colore rosso dei pampini e dalla nebbia). Il poeta usa dati visivi (il rosso delle foglie, la nebbia).;
  • la seconda il lavoro dei contadini impegnati nell’aratura. In questa strofa prevalgono i dati uditivi (le grida, il rumore della marra);
  • la terza i due spettatori della scena: il passero e il pettirosso che osservano la scena in disparte pregustando di poter beccare le sementi rimaste in superficie. Nei primi 2 versi predominano i dati visivi (il passero spia la scena) mentre negli ultimi 2 versi viene dato rilievo ai dati uditivi (il verso del pettirosso).
Una lettura più attenta rivela che questa descrizione realistica di carattere agreste è l’espressione di uno stato d’animo e di una visione della vita contrassegnati da una profonda malinconia.
Si distinguono elementi caratteristici della poesia decadente, quali: la minuziosità nella descrizione di ogni oggetto, gesto o situazione e la dimensione magico-sacrale di tutta la situazione.

Metrica:

Madrigale composto da due terzine di endecasillabi seguiti da una quartina anch’essa di endecasillabi. Rime incatenate nelle terzine e alternate nella quartina; schema: ABA CBC DEDE.
Vi è un’estrema ricercatezza formale, come dimostrano:

  • l’uso di termini tecnici (marraporche);
  • le notazioni di colore che ravvivano il triste paesaggio autunnale (roggiobrillapettirossod’oro);
  • le notazioni musicali (lente gridail suo sottil tintinno come d’oro).
Il ritmo è lento e pausato reso anche attraverso i due forti enjambements (lente/vacche; ribatte/le porche).
Vi è allitterazione tra le parole della prima terzina: filare, fratte, fumare.