INQUIETUDINI DI UN FOLLE
(La Congiura di Catilina, Capitolo XV, par. 1/5)
Sallustio



TESTO
  1. Iam primum adulescens Catilina multa nefanda stupra fecerat, cum virgine nobili, cum sacerdote Vestae, alia huiusce modi contra ius fasque.
  2. Postremo captus amore Aureliae Orestillae, quoius praeter formam nihil umquam bonus laudavit, quod ea nubere illi dubitabat timens privignum adulta aetate, pro certo creditur necato filio vacuam domum scelestis nuptiis fecisse.
  3. Quae quidem res mihi in primis videtur causa fuisse facinus maturandi.
  4. Namque animus impurus, dis hominibusque infestus, neque vigiliis neque quietibus sedari poterat: ita conscientia mentem excitam vastabat.
  5. Igitur colos exanguis, foedi oculi, citus modo, modo tardus incessus: prorsus in facie vultuque vecordia inerat.
TRADUZIONE E ANALISI
  1. Fin dalla prima adolescenza, Catilina aveva avuto (fecerat) relazioni (stupra) assolutamente illecite con una nobile fanciulla (cum virgine nobili – complemento di compagnia), con una sacerdotessa (cum sacerdote - complemento di compagnia) di Vesta, e altre nefandezze (alia) dello stesso genere (huiusce modi) contro il diritto umano (ius) e divino (fas).
  2. Infine essendosi innamorato (captus amore – letteralmente: preso dall’amore – captus: participio congiunto riferito a Catilina) di Aurelia Orestilla, della quale (quoius – arcaismo sta per cuius) una persona onesta (bonus) mai (umquam) lodò nulla fuorché (praeter) la bellezza (formam), poiché quella (quod ea) esitava (dubitabat) a sposarlo (nubere illi) temendo il figliastro (privignum) già adulto, si crede per certo che, ucciso il figlio (necato filio – ablativo assoluto), liberò (vacuam fecisse - vacuum facio = sgombrare) la [sua] casa per le nozze scellerate (scelestis nuptiis). 
  3. Proprio questo fatto (quidem quae res) mi sembra (mihi videtur) sia stata (fuisse) la causa principale dell’immediata attuazione (maturandi) della congiura.
  4. E infatti (Nam/que – que=et) l’animo corrotto (impurus), ostile (infestus) agli dei (dis) e agli uomini, non si poteva placare (poterat sedari) né vegliando né dormendo: tanto (ita) il rimorso devastava (vastabat) la sua mente eccitata.
  5. Inoltre (igitur) il colorito pallido, gli occhi torvi (foedi), il camminare (incessus = l’incedere) ora rapido, ora lento: insomma (prorsus - avverbio) nell’aspetto e nel volto vi era (inerat) la follia (vecordia).


Commento:

Tema:

In questo capitolo Sallustio aggiunge dei particolari al ritratto di Catilina, delineato nel V Capitolo, e ne raffigura gli aspetti negativi, dagli amori scellerati, ai delitti compiuti per realizzare propri desideri: E’ un ritratto spietato da cui emerge la figura di un uomo inquieto, preda della follia e nello stesso tempo del senso di colpa.