STORIA DI UNA CAPINERA
Giovanni Verga



TRAMA

La pagina introduttiva spiega il perché della scelta del titolo. La storia narrata, di una giovane costretta dalla famiglia a scegliere la vita monacale, viene paragonata alla vicenda di una povera capinera, rinchiusa in una gabbia, muore di dolore e malinconia per la libertà perduta.

La protagonista, Maria, entrata in convento a soli sette anni, in seguito alla morte della madre, è una novizia destinata per volontà della famiglia a una vita monacale.
La vicenda comincia a Monte Ilice, dove la famiglia di Maria (suo padre, la matrigna e i fratelli, Giuditta e Gigi, nati dal secondo matrimonio del padre) si è rifugiata per scampare all'epidemia di colera che imperversava su Catania. Anche l’educanda viene allora allontanata dal convento per evitare il contagio e lascia temporaneamente, per la prima volta, il convento, a diciannove anni, per trasferirsi con la famiglia in campagna dove la sua famiglia ha una casetta.

E’ un romanzo epistolare e la vicenda viene narrata attraverso le lettere che Maria scrive alla sua amica Marianna, una consorella che durante il periodo dell’epidemia si trasferisce anch’ella presso la famiglia.
Nelle sue prime lettere Maria manifesta una gioia ed una felicità quasi infantile di trovarsi libera di godere a pieno della bellezza della natura nella spensieratezza tipica della gioventù che non aveva mai vissuto in convento.

Ella trascorre le sue giornate correndo e saltando per i verdi prati ed intrattenendosi con la famiglia insieme ai signori Valentini, ed i loro due figli, Annetta e Nino.
Al tempo stesso, Maria, dimostra paura e disagio per quella vita mondana nella quale si è trova improvvisamente: ha paura di ballare, trema se solo qualcuno la guarda, arrossisce per ogni parola che i signori Valentini, vicini di casa e amici dei suoi, le rivolgono.
Col passare dei giorni tuttavia la vita fuori dal convento le appare così sempre più bella, più degna di essere vissuta: avere una famiglia, crescere dei figli, non sentirsi imbarazzata al cospetto di un uomo.
Nello scenario rigoglioso della campagna siciliana, Maria scopre sensazioni ed emozioni mai vissute prima, il piacere di passeggiare nei campi, di giocare, di godere della bellezza della natura ed anche di provare la gioia dell’amore, seppur pudicamente vissuta, per Nino, suo vicino di casa.
I sentimenti che lei prova per lui sono ricambiati; Nino si innamora dell’ingenuità e della semplicità di Maria.
Fra due nasce l'amore, un amore fatato di sguardi, di sorrisi e parole non dette che, però in qualche modo mette in allarme i suoi famigliari e la famiglia Valentini,  perché Maria è destinata, per decisione della famiglia alla vita monacale, per non disperdere un patrimonio destinato ai due fratelli più giovani.
Maria, dopo qualche settimana felice, deve confessare a se stessa e a Marianna di essere attratta da Nino ma non trova il coraggio di ribellarsi ai suoi familiari che l'hanno costretta a monacarsi. La felicità di quei giorni, dunque, dura poco. Questa passione e la consapevolezza di essere destinata alla clausura mettono in moto forti sentimenti di colpa, e inutilmente la ragazza tenta di negare a se stessa quello che prova. Tutto ciò le creerà forti tensioni che la porteranno ad ammalarsi e ad isolarsi.
Isolamento accentuato dalla matrigna che, resasi conto di quello che sta accadendo, la esclude da feste e giochi e da ogni occasione di incontro con Nino.
L’unico sfogo di Maria sono le lettere a Marianna, sempre più impetuose e disperate, divise tra l’accettazione del proprio destino ed il desiderio di amare e di essere amata.
I due giovani vengono completamente e definitivamente isolati. Le loro occasioni di incontro vengono accuratamente evitate,  e Maria, la cui malattia andrà aggravandosi non potrà più rivedere, anche per un solo istante, il suo Nino.
Passato il pericolo del colera, la famiglia Valentini torna a Catania. Poco dopo, anche Maria rientra in convento, a Catania, e dopo un mese inizia il noviziato per prendere definitivamente il velo.
Il destino della sua amica Marianna sarà ben diverso perché ella resterà presso la famiglia e abbandonerà definitivamente il convento.
In un primo tempo Maria crede di essersi riconciliata con Dio, e vede il suo innamoramento come un peccato di cui disfarsi. Ma ben presto si accorge che nulla potrà essere come prima, Maria non riesce a dimenticare il suo amore per Nino e quando le viene comunicato che lui sta per sposarsi con la sorellastra Giuditta, diventa ogni giorno più pazza.
Dal momento in cui la giovane affronta la cerimonia in cui pronuncia i voti definitivi, il sentimento puro per Nino si trasforma in passione struggente, la malattia si aggrava sempre di più, acuita dalla vicinanza della casa dei novelli sposi  al convento, che Maria può intravedere dalle mura del convento, fino a portarla alla totale pazzia.
L'insofferenza per la vita monacale diventa sempre più insopportabile, fino a renderla invidiosa dei suoi e di tutti quelli che vivono nel mondo.
Maria è terrorizzata al pensiero di essere rinchiusa nella cella delle pazze insieme a suor Agata che ci sta da molti anni, e quando effettivamente vi verrà rinchiusa, piano piano si consumerà  morendo per la disperazione. La pazzia e il dolore, la porteranno alla morte.

Prima di morire Maria, ormai inerme nel suo letto di morte e senza neppure la forza di parlare, chiede con gli occhi a Suor Filomena, che consegnava tutte le lettere alla sua amica Marianna, di consegnare al suo Nino un crocifisso d'argento, le sue ultime lettere e tre petali di rosa; ma la suora, dopo aver superato la censura della madre Badessa con uno stratagemma, consegna tutto all'amica Marianna: Nino non saprà mai che Maria è morta consumata dall'amore per lui.


ANALISI


Personaggi:

Maria: è priva di carattere, perché non riesce a ribellarsi al destino stabilito dalla famiglia. Del resto la mentalità dell'epoca, e le ristrettezze economiche in cui versava la sua famiglia, non sembrano darle scampo. Maria dice di volere bene a Dio, ma la sua religiosità è molto sentimentale e momentanea, pertanto non regge il confronto con il sentimento, ancora più forte, di amore per Nino.

Nino: Nella lettera del 21 Novembre confessa alla ragazza di amarla e le consiglia di reagire al sopruso che la sua famiglia le stava facendo, sperando che lei si ribelli alla sua monacazione forzata. Però neppure lui riesce poi a superare le ostilità delle rispettive famiglie e si adegua alla loro decisione e prende in moglie la sorella Giuditta.

La matrigna di Maria: aveva sposato il padre di Maria alla morte della moglie. Maria la descrive come una donna eccellente, buona ed indulgente. In realtà è tutto il contrario… E’ una matrigna che la emargina, è preoccupata soltanto di perseguire il proprio interesse e quello della propria figlia. Non a caso è lei a decidere che Maria sia destinata al noviziato perché altrimenti avrebbe preso il posto di Giuditta sposandosi. E’ crudele e fredda, infatti, è lei che “tira il collo al tacchino in occasione della festa” ed è lei che preferisce in regalo la lepre ai fiori.

Il padre di Maria: modesto impiegato, è molto affezionato alla figlia. Infatti, nei suoi confronti si mostra dolce, buono e paziente. Tuttavia a volte dimostra di essere troppo succube della moglie, vorrebbe "liberare" Maria, ma non ne è capace, perché dipende psicologicamente dalla sua nuova moglie, matrigna di Maria. Tutto il denaro per la dote deve confluire sulla sorellastra, e quindi Maria è costretta a monacarsi.

Giuditta: è la sorellastra di Maria. E’ viziata, capricciosa, egoista, privilegiata e vanitosa. E’ colei che dopo la “reclusione” di Maria in convento sposa Nino.


Tempo:

Gli avvenimenti narrati nel testo si svolgono nell'arco di tempo di due anni, poiché la protagonista smette di scrivere per un anno (dal 30 gennaio 1855 all' 8 febbraio 1856).

Due ambienti principali:

  • Monte Ilice e la campagna circostante
  • Il convento

E’ particolarmente importante il rapporto che s’instaura con la natura circostante, infatti i luoghi giocano un ruolo rilevante nella narrazione.

Ci sono molti spazi aperti all'inizio del romanzo, quando la vicenda si svolge a Monte Ilice e lei è felice e spensierata. La natura è ridente e rigogliosa nel primo periodo che corrisponde al periodo di felicità di Maria, poi quando la vicenda comincia ad avere toni cupi e malinconici anche la natura diventa spoglia, triste, il sole non splende più e imperversano i temporali.

Troviamo solo spazi chiusi, sempre più chiusi, quando la protagonista torna in convento e si sente prigioniera di un mondo che non le appartiene.