SERA DI FEBBRAIO
Umberto Saba

TESTO

Spunta la luna.
                    Nel viale è ancora
giorno, una sera che rapida cala.
Indifferente gioventù s’allaccia;
sbanda a povere mète.
                              Ed è il pensiero
della morte che, infine, aiuta vivere.

PARAFRASI

L'apparire della luna (Spunta la luna) determina il veloce terminare del giorno nel viale ed il calare della sera (sera che rapida cala = il Poeta trascrive in termini paesistici il suo tormentato e angosciato senso del vivere; la sera è simbolo della morte).
Indifferente....mète = insensibili al tempo che passa (indifferenti), dei giovani, camminano insieme abbracciandosi (s'allaccia), in maniera disordinata (sbanda - rimanda a Montale delle "Occasioni" "Sotto le torce fumicose sbanda/sempre qualche ombra" - Lindau vv.5-6) per andare a divertirsi (povere mète - il giudizio di Saba è chiaro: si tratta di povere mete perchè si tratta di svaghi meschini, poveri).
Ed è...vivere = la conclusione è estremamente amara ed esprime tutta la sfiducia del Poeta nella vita. Il peso della vita può essere sopportato solamente pensando che con la morte essa avrà fine.


Analisi e commento:

Sera di febbraio è una delle più brevi liriche di Umberto Saba, fa parte della raccolta Ultime cose (raccolta di 43 liriche scritte fra il 1935 e il 1943) ed appartiene alla tarda produzione di Saba.
E' uno dei periodi più difficili della vita del poeta angosciato oltre che da inquietudini personali anche dalla situazione storica; la Serena disperazione (questo il titolo di una raccolta del 1913-15) ha ormai lasciato il posto ad una cupa disperazione legata anche all’angoscioso senso di solitudine vissuto dal Poeta in quegli anni di minacce razziali.
La poesia è estremamente essenziale e scarna con un'insolita intonazione amara, si incentra sulla descrizione in forma simbolica del veloce ed inutile trascorrere della vita e trasmette in maniera sublime il senso di estraneità assoluto e senza speranza provato da Saba. La descrizione dei giovani apatici riflette il vuoto e l'insignificanza esistenziale tanto che l'unica consolazione che rimane è il pensiero che la vita avrà fine. La conclusione ricorda oltre Baudelaire de La mort des pauvres, v.1: "C'est la mort qui console, helas! et qui fait vivre" (E' la morte che consola, e che fa vivere) anche l'ungarettiano: "la morte/si sconta/vivendo" (Sono una creature, vv.12-14) .

Metrica:

Cinque endecasillabi. Vi è un'assonanza con cala/allaccia. Enjambement: Nel viale è ancora giorno.
Il testo è composto da frasi incisive, brevi e distaccate. L'indeterminatezza dell'atmosfera è resa con l'uso dell'astratto per il concreto (indifferente gioventù), dall'assenza di articoli determinativi, dalla genericità del plurale (povere mète).