CORRADO GOVONI
(1884-1965)
VITA
Corrado Govoni nasce a Tamara, nel ferrarese, da  una famiglia di possidenti agricoli, nel 1884. Non segue studi regolari ma  appena diciannovenne esordisce con la sua prima raccolta poetica Le  fiale, di gusto d’annunziano. 
            Si unisce al cenacolo di Corazzini. Le raccolte di poesie  di quell’epoca risentono di una chiara ispirazione simbolista-crepuscolare.  Alla morte di Corazzini entra in contatto con Marinetti e si avvicina al  futurismo collaborando anche con alcune riviste come La Voce, Lacerba e Poesia.  La raccolta Rarefazioni e parole in libertà, ricca di poesie visive e  tavole parolibere, è quella che si avvicina maggiormente all’ispirazione  marinettiana. Nel periodo di adesione al futurismo si trasferisce per un breve  periodo a Milano, poi vendute le terre di famiglia va a vivere definitivamente  a Roma dove svolge l’attività di impiegato statale. Si allontana da Marinetti  richiamato dalle suggestioni del surrealismo e dell’ermetismo finchè torna  nell’ultimo periodo a moduli più tradizionali, soprattutto nelle poesie  dedicate al figlio, vittima dell’eccidio nazista delle fosse ardeatine.
            Muore ad Anzio nel 1965.
            Oltre che poeta è stato anche, pur con rilevanza molto  minore, prosatore e autore teatrale. 
OPERE
La continua ricerca e  sperimentazione caratterizzano la produzione di Corrado Govoni che è dunque rappresentativa  di alcuni dei movimenti culturali cruciali del ‘900: crepuscolarismo,  simbolismo, futurismo, surrealismo ed ermetismo.
            Pur mutuando spunti tematici e  stilistici da diversi movimenti letterari la produzione letteraria di Govoni  riesce a mantenere una propria identità. Sentimentalismo e ironia convivono,  accostandosi in maniera fantasiosa. La forma che predilige è quella del  frammento e l’accostamento delle  immagini non in base ad una logica ma sono  piuttosto allineandole una dopo l’altra come in una elencazione. Si può dire  che la sua caratteristica-base consiste appunto in questo gusto di accatastare  immagini all’infinito, propensione che adatta di volta in volta alle diverse  situazioni e alle diverse poetiche.
