FRANCESCO HAYEZ
1791 -1882
LA VITA
Francesco Hayez è stato il massimo esponente del  romanticismo storico italiano. Nacque a Venezia nel 1791 da una famiglia di  modeste condizioni. 
Si trasferì  a Roma dove conobbe Antonio Canova di cui divenne amico e allievo.  Successivamente si spostò a Milano dove diresse l’Accademia di Brera e si  integrò nell’ambiente culturale milanese.
Morì a  Milano all’età di 91 anni.
IL ROMANTICISMO STORICO
Il contributo più originale dell’arte italiana di età  romantica venne dalle regioni settentrionali. Qui nacque una pittura di  carattere storico, protesa a suscitare un costante impegno civile. L’epoca  storica prevalente nelle rappresentazioni figurative fu quella medievale,  considerata un’età esemplare per la formazione del sentimento nazionale e della  lotta contro lo straniero.
    Il maggiore rappresentante è Francesco Hayez, del Veneto,  le cui prime opere sono prettamente neoclassiche. Con il tempo il suo  linguaggio assume i caratteri romantici e ne diverrà il maggiore esponente.
    Trasferitosi a Milano diventerà un grande amico dei  personaggi dell’aristocrazia intellettuale dell’epoca (Manzoni etc.), a  molti dei quali fece il ritratto.
    Venne considerato il pittore che più esprimeva i valori  Risorgimentali.
LE OPERE
Pietro Rossi prigioniero degli scaligeri
Pietro Rossi  prigioniero degli scaligeri, invita ad un sacrificio di sé per lottare contro l’oppressore.  L’opera suscitò clamore sia per la scelta del soggetto: un “moderno” argomento  medievale anziché un antico soggetto mitologico; sia per lo stile: ombrosità  della gamma dei colori impiegata per suscitare emozioni più che per dare una  chiara e razionale comprensione.
    ACCOMUNANZA ROMANZO-PITTURA: la  pittura di storia è  strettamente collegata al romanzo storico; come il romanzo storico anche la  pittura diventa mezzo per diffondere la coscienza di nazione. 
Pietro Rossi prigioniero degli scaligeri

Ritratto del Conte Arese in carcere
Hayez fu anche un superbo ritrattista: denso di significati politici è il Ritratto del Conte Arese in carcere, emblema della partecipazione agli ideali risorgimentali della borghesia liberale lombarda.
Ritratto del Conte Arese in carcere

Il bacio
Negli ultimi anni della sua esperienza artistica subentra  il pessimismo a conseguenza della riflessione sul destino di esilio e  sofferenza che tocca molti giovani patrioti.
    Anche la sua opera più celebre il bacio partecipa a questo pessimismo - non è un’opera  sentimentale ma vuole sottolineare l’esilio e la sofferenza dei giovani costretti  ad abbandonare i propri affetti.
    L’ambientazione è medievale. Il giovane ha il piede  appoggiato al gradino, come pronto a scappare. Il volto è coperto dal cappello.
Il bacio

