SCELTA DI VITA
(Libro I, Elegia 1, vv. 1-10)
Tibullo

TESTO
  1. Divitias alius fulvo sibi congerat auro
  2. et teneat culti iugera multa soli,
  3. quem labor adsiduus vicino terreat hoste,
  4. Martia cui somnos classica pulsa fugent:
  5. me mea paupertas vita traducat inerti,
  6. dum meus adsiduo luceat igne focus.
  7. Ipse seram teneras maturo tempore vites
  8. rusticus et facili grandia poma manu;
  9. nec Spes destituat, sed frugum semper acervos
  10. praebeat et pleno pinguia musta lacu
TRADUZIONE E ANALISI

Un altro (alius) accumuli (congerat) per sé (sibi - dativo di vantaggio) ricchezze (divitias) con il biondo oro (fulvo auro – ablativo di materia) e possegga molti iugeri di suolo (soli) coltivato (culti), e lo (quem sta per et eum ed è complemento oggetto retto da terreat) atterrisca (terreat) la preoccupazione (labor) continua (adsiduus) per il nemico vicino (hoste vicino – ablativo di causa), a cui le trombe (classica – il classicum era lo squillo di tromba) di guerra (Martia da Marte dio della guerra) suonate (pulsa) mettano in fuga il sonno (fugent somnos: gli tolgano il sonno): la mia condizione modesta (paupertas – indica condizione di vita modesta ma non povera) mi conduca (traducat) ad una vita tranquilla (vita inerti – ablativo di moto a luogo), purchè (dum) il mio focolare (focus) brilli (luceat) di un continuo (adsiduo) fuoco (igne).
Io stesso da contadino (rusticus) pianterò (seram) tenere viti a tempo opportuno (maturo tempore – complemento di tempo determinato) e con mano esperta (facili manu – ablativo di mezzo) grandi alberi da frutto (poma): e la Speranza (intende la Dea speranza) non abbandoni (destituat – congiuntivo ottativo), ma offra (praebeat) sempre mucchi (acervos) di messi (frugum) e denso (pinguia) mosto nel tino colmo (lacu pleno – ablativo di luogo).


Commento:

Tema:

Albio Tibullo è un poeta elegiaco. Questo testo affronta tutti i temi cari al poeta: la ricchezza e l'avidità, il rifiuto alle guerre e l'aspirazione alla felicità nella vita agreste.
In particolare, in questi primi versi dell’elegia n.1, egli contrappone due scelte di vita: da una parte pone la scelta di colui che si dedica alla continua ricerca di ricchezze e onori correndo ogni sorta di pericoli, dall’altra quella di chi, come il poeta stesso, si accontenta di una vita tranquilla e modesta nella pace della campagna.
Il poeta elogia la vita condotta modestamente, affermando che questa condizione conduce ad una vita senza problemi, mentre la vita del potente, del ricco, è assillata dai problemi.
Il ricco e potente a cui fa riferimento è Messalla, esponente di spicco nell'aristocrazia romana, elogiato in molte opere di Tibullo.

Forma metrica:

Distici elegiaci. Maggiori figure retoriche:
praebeat et pleno pinguia (v.10) – allitterazione
pinguia musta (v.10) – sineddoche (plurale per il singolare)

Il poeta ricorre all’uso di termini militari: labor (v.3 - utilizzato inizialmente in ambito militare; solo in seguito si riferirà al mondo agricolo); hoste (v.3); Martia classica (v.4); somnos ... fugent  (v.4).

Verbi:

congerat:cong. pres. da congero, is, congessi, congestum, ere, III con. = accumulare
teneat: cong. pres. da teneo, es, tenui, tentum, ere, II con. = possedere
terreat: cong. pres. da terreo, es, terrui, territum , ere, II con. = atterrire/spaventare
pulsa: part.. pf. da pello, is, pepuli, pulsum, ere, III con. = suonare
fugent: cong. pres. da fugo, is, fugi, fugitum,  ere, III con. = mettere in fuga
traducat: cong. pres. da traduco, is, duxi, ductum, ere, III con. = condurre
luceat: cong. pres. da  luceo, es, luxi, ere, II con. = brillare/risplendere
seram: ind. fut, da sero, is, sevi, satum, ere, III con. = seminare/piantare
destituat: cong. pres. da destituo, is, destitui, destitutum, ere, III con. = abbandonare
praebeat: cong. pres. da praebeo, es, praebui, praebitum,  ere, II con. = offrire