A UNA FOGLIA
Niccolò Tommaseo

TESTO

Foglia, che lieve a la brezza cadesti
sotto i miei piedi, con mite richiamo
forse ti lagni perch'io ti calpesti.
   Mentr' eri viva sul verde tuo ramo,
passai sovente, e di te non pensai;
morta ti penso, e mi sento che t'amo.
Tu pur coll'aure, coll'ombre, co' rai
venivi amica nell'anima mia;
con lor d'amore indistinto t'amai.
   Conversa in loto ed in polvere, o pia,
per vite nuove il perpetuo concento
seguiterai della prima armonia.
   E io, che viva in me stesso ti sento,
cadrò tra breve, e darò del mio frale
al fiore, all'onda, all'elettrico, al vento.
   Ma te, de' cieli nell'alto, sull'ale
recherà grato lo spirito mio;
e, pura idea, di sorriso immortale
sorriderai nel sorriso di Dio.

PARAFRASI

Foglia, che la brezza ha fatto cadere dolcemente sotto i miei piedi,  con un mite richiamo forse ti lamenti di essere calpestata. Mentre eri ancora attaccata al tuo ramo, viva, spesso sono passato e non pensai a te; ma ora che sei morta ti penso e sento di amarti (mi sento che t'amo - la morte per il Poeta significa prendere parte al ciclo universale delle cose, accomunate dal medesimo destino, mentre la vita è estraneità, indifferenza).
Tu anche con le brezze (aure), con l’ombra e la luce (rai) ti univi (venivi amica)  alla mia anima e insieme a loro ti amai indistintamente (è comunione spirituale del Poeta con tutte le cose, con tutta la natura).
Diventando fango (Conversa in loto) e polvere seguiterai il concerto (concento = l'armonia che viene da più voci o suoni) attraverso nuove vite (per vite nuove = la morte rappresenta nuova vita) perpetuando l'armonia primigenia (della prima armonia = l'armonia voluta da Dio quando creò il mondo. L'impronta divina dell'universo si rivela nell'armonia cosmica.)
E io, che viva in me stesso ti sento (stabilisce un rapporto tra la foglia e l'uomo), cadrò anch’io tra poco e darò il mio corpo (del mio frale = la mia parte caduca, il mio corpo), al fiore, all’onda, all’energia (all’elettrico = al fluido elettrico dell'atmosfera), al vento (in quanto il corpo si dissolve per dar vita ad altri corpi).
Ma tu volerai nell’alto dei cieli sulle ali del mio spirito riconoscente; e spirito (pura idea di sorriso immortale – la foglia è alla fine pura idea, spirito) ti ritroverai in Dio (sorriderai nel sorriso di Dio)


Analisi e commento:

Questa lirica, datata 1855, fa parte dell'ultima stagione poetica di Tommaseo.
Una foglia caduta ai piedi del poeta, spinta dalla brezza, suscita subito, nell'animo sensibile di Tommaseo una riflessione sulla morte.
A una foglia riprende la tematica della lirica Imitazione di Giacomo Leopardi, in cui la foglia è simbolo della la caducità delle cose, e rappresenta la risposta lirico-religiosa al naturalismo leopardiano. E' evidente infatti in questa poesia la tendenza a trasfigurare la realtà sensibile in un mondo simbolico e visionario. In questo caso la caducità delle cose, di cui la foglia è simbolo, conduce Tommaseo al tema della morte vista non come dissoluzione ma come metamorfosi di elementi affratellati dall'essere creature di Dio. La prospettiva di Tommaseo è dunque diversa da quella di Leopardi, è una prospettiva che vede, attraverso la fede, nulla escluso dalla fraternità delle cose davanti al Dio/Creatore.

Metrica:

Terzine incatenate di tipo dantesco: con endecasillabi dalla struttura ritmica costante (accenti fissi sulla quarta e sulla settima).