GEORGE BERKELEY
(1685 –1753)



L'empirismo di Berkeley

George Berkeley (1685 –1753) è, con John Locke e David Hume, uno dei tre grandi filosofi  empiristi britannici (British Empiricists).

Punto di partenza del suo pensiero è l’empirismo di Locke che egli utilizza come punto di partenza e fondamento per una difesa della religione.

George Berkeley nasce in Irlanda e si laurea a Dublino.
Il principio fondamentale della sua filosofia è l’immaterialismo.

Berkeley sostiene che la causa principale degli errori che si trovano in filosofia sia dovuta alla credenza che esistano le idee generali o idee astratte. Le cosiddette idee astratte per Berkeley non sono altro che idee particolari assunte come segni di un gruppo di idee particolari tra loro affini (riprende la dottrina medioevale del nominalismo). L’idea di un uomo è sempre quella di un uomo particolare, bianco o nero, alto o basso ecc. così come l’idea di un triangolo è sempre quella di un triangolo particolare, isoscele o equilatero ecc. In realtà non c’è un uomo o un triangolo che non abbiano nessun carattere particolare.
Berkeley abolisce dunque la distinzione tra idee astratte e idee concrete ed afferma che esistono solo idee concrete.



Immaterialismo

I soli oggetti della conoscenza umana sono le idee (principio cartesiano ripreso anche da Locke). Ciò che noi chiamiamo cosa non è altro che un insieme di idee (es. la mela è l’insieme di un certo colore, di un odore, di una figura, di una consistenza).
Le idee per esistere devono essere percepite. E’ assurdo parlare di oggetti che sono reali anche al di fuori del loro essere percepiti. Comunemente si crede che le cose naturali (gli uomini, le case, le montagne ecc.) abbiano un’esistenza reale distinta dalla percezione che ne ha l’intelletto. Ma questa distinzione non è altro che una delle tante astrazioni che Berkeley ha condannato. L’oggetto e la percezione sono la stessa cosa e non possono essere astratti l’uno dall’altra. Questo significa che non esiste una sostanza corporea o materia, nel senso in cui comunemente s’intende.
In questo senso Berkeley nega l’esistenza delle qualità primarie (oggettive) sostenuta da Locke.
Es.:

  • se il gatto per Locke è = qualità primarie + qualità secondarie + sostanza
  • per Berkeley in forma oggettiva il gatto non esiste perché esistono solo le idee percepite e non tutti percepiscono  nello stesso modo

Berkeley nega quindi la realtà del mondo materiale, la realtà extrasoggettiva. L’unica sostanza reale è lo spirito che percepisce le idee.
Le idee sono essenzialmente inattive, attivo è soltanto lo spirito che le possiede. Il nostro spirito può quindi agire sulle idee e agisce infatti unendole e variandole a suo grado. Ma esso non ha alcun potere sulle idee percepite attualmente, cioè su quelle che noi chiamiamo abitualmente cose naturali. Queste idee sono più forti, più vive e con maggiore coerenza di quelle dell’immaginazione raggruppate dagli uomini. Devono dunque essere prodotte in noi da uno spirito superiore che è Dio.
Le leggi di natura sono le regole fisse con cui Dio produce in noi le idee.

Da questa negazione della materia deriva un sicuro vantaggio per la religione. L’alternativa è tra materialismo e spiritualismo. Se si ammette che la materia è reale, l’esistenza di Dio diventa inutile perché la materia stessa diventa la causa di tutte le cose e delle idee. L’esistenza della materia è il principale fondamento dell’ateismo e del fatalismo. Una volta bandita la materia, non si può che ricorrere che a Dio per spiegare l’origine delle nostre idee sensibili.